Popolo fatato

giovedì 3 giugno 2010

Meditazione..

Porta delle fate della meditazione...






Arte, Storia e Cultura tramandate nel tempo



Nell’antichità, l’incenso veniva bruciato perché era considerato il tramite tra il cielo e la terra e c’era la convinzione che potesse far arrivare alle divinità le richieste e le preghiere intonate dagli uomini, per questo veniva utilizzato anche nelle pratiche religiose e a scopo propiziatorio.

C’era addirittura la famosa “via dell’incenso” (che dall’India arrivava fino a Roma) che veniva percorsa in continuazione, per assicurarsi il prezioso rifornimento.
Anticamente l’incenso si chiamava “olibanum” che significava “purificarsi” e tra le sue valenze c’era anche quella di favorire la cura di malanni, sia psichici che fisici.
Oggi il suo uso maggiore avviene privatamente e nella forma di bastoncino aromatizzato da varie fragranze, sia per dare profumazione e piacere all’ambiente che per favorire la calma, la concentrazione e il pensiero positivo (aromaterapia). È la compagnia ideale per la meditazione, lo yoga, lo studio, la musica, il massaggio, l’espressione artistica, la consulenza astrologica, proprio per quel suo essere piacevolmente un tramite tra cielo e terra, un filo bianco di pro-fumo in grado di farci perdere la dimensione concreta del tempo, ma di agganciarsi a ricordi e sensazioni dimenticate e di riconnetterci all’armonia universale.

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